Nuova svolta per il Terra Sancta Museum
L’essenziale della 9a sessione del Comitato Scientifico del Terra Sancta Museum in poche righe: ecco la sfida che ci siamo posti! Buona lettura!
QUANDO IL SITO DEL MUSEO DIVENTA UN LUOGO DI TRASMISSIONE
Questa è stata la lieta notizia di questo comitato scientifico: grazie al finanziamento congiunto dell’Agenzia francese per lo sviluppo – AFD/NDC e della Fondazione svizzera Aliph, il lavoro della prima fase nota come “lavoro grosso” riprende. Durerà fino a settembre 2023. In programma: il consolidamento delle strutture e delle fondazioni, i lavori preparatori per la posa di pavimenti ventilati, lo studio delle reti di drenaggio delle acque sotterranee e il ripristino dei cortili interni. . “Tutte le forze vitali dell’Ufficio Tecnico della Custodia restano mobilitate su questo progetto con l’obiettivo di aprirlo nell’autunno del 2025“, ha affermato Leonardo di Marco, ingegnere responsabile della sua gestione.
E poiché un sito di tale portata e tecnicità, nel cuore di una città millenaria, è raro, gli architetti della Custodia hanno pensato a una serie di azioni di sensibilizzazione e formazione. Si concentreranno sul restauro e la conservazione di vecchi edifici. Sotto la guida di Lorraine Abou Azizeh, architetto coinvolto nel progetto, dopo il comitato, si è tenuta una giornata “a porte aperte”, rivolta ad architetti, ingegneri e insegnanti palestinesi. I primi frutti di questo incontro: quattro workshop di portata internazionale vedranno la luce nella prima metà del 2023.
IL COMITATO SCIENTIFICO SI AMPLIA
Michèle Bimbenet-Privat e Anne Dion, entrambe curatrici del Museo del Louvre, tengono ferme le redini dei futuri cataloghi dell’oreficeria. I testi dovrebbero essere ultimati e tradotti tra l’estate e la fine del 2023. Nel frattempo, inizierà la ricerca di un editore che possa garantiere un’ampia diffusione di questi cataloghi che si promettono sontuosi sia per il contenuto scientifico che per le immagini del fotografo Guillaume Benoît, collaboratore della Galerie Kugel (Parigi). E per arricchire con precisione la conoscenza di ogni opera, il comitato si è rivolto a Charlotte Maury, responsabile della collezione ottomana presso il Dipartimento di arti islamiche del Louvre. Indubbiamente, belle scoperte sui laboratori di produzione, la circolazione di queste opere e dei loro sponsor arricchiranno il Terra Sancta Museum. Come questa bacinella spagnola, in argento, la cui iscrizione è stata “riscoperta”: “Il 16 febbraio 1663 Pedro Dellanos e Isabelle Hernande, sua moglie, diedero questa bacinella in elemosina per il battesimo dei bambini di Betlemme e Gerusalemme“. “Un’opera del genere dimostra l’impegno sociale dei frati e trova il suo posto nella sala dedicata al servizio della Chiesa locale”, sostiene Béatrix Saule, Presidente del Comitato.
Tra i “nuovi volti” del comitato scientifico c’è anche Anastasia Ozoline, restauratrice presso il Palais Galliera, il museo della moda di Parigi. Ha potuto tornare a constatare, con emozione ed entusiasmo, l’eccezionale stato di conservazione delle collezioni tessili del Terra Sancta Museum, ma soprattutto al primo corso di restauro che ha tenuto alle suore in adorazione della Grotta del Latte, a Betlemme. Un corso che proseguirà a gennaio 2023 per la gioia del comitato; la formazione degli attori locali al restauro garantisce la conservazione di queste collezioni, che hanno già diverse centinaia di anni.
LE ULTIME ESPOSIZIONI INTERNAZIONALI
Per collezioni eccezionali, mostre eccezionali! Prima dell’esposizione delle opere e dell’apertura del museo, già due grandi mostre agitano il mondo dell’arte. A fine 2023 “Theatrum Mundi: Regali reali al Santo Sepolcro” aprirà al Museo Calouste Gulbenkian, Lisbona. “Sarà una mostra della qualità di quella di Versailles con più di 120 opere mai presentate prima in Portogallo” specifica Jacques Charles-Gaffiot, co-curatore della mostra insieme ad André Afonso, curatore delle collezioni Oreficeria e Gioielleria al Museo di Lisbona. Per quanto riguarda la seconda mostra, non possiamo ancora svelare la sua collocazione, ma si preannuncia straordinaria! “Queste due mostre saranno un’occasione unica per scoprire, in anteprima e in due continenti, la ricchezza e la diversità delle nostre collezioni garantendo al contempo la gestione del restauro di alcune opere” sottolinea padre Stéphane Milovitch, Direttore dei Beni culturali della Custodia.
GETTARE LE BASI PER IL FUNZIONAMENTO OPERATIVO
Béatrix Saule, Direttrice Onoraria della Reggia di Versailles, siede ora al fianco di Barbara Jatta, attuale Direttrice dei Musei Vaticani. E il minimo che possiamo dire è che le domande volano. È giunto il momento di riflettere e dare forma alla futura organizzazione del Terra Sancta Museum. Quale sarà il rapporto tra le due entità, archeologica e storica? Quale posto all’interno dell’istituto di custodia e quale struttura giuridica comporre? Che dire della gestione e della distribuzione delle responsabilità tra frati, che “devono rimanere al timone pur essendo supportati da professionisti della gestione museale“? Quali funzioni potrebbero essere raggruppate? Come identificare e formare le risorse umane del futuro museo? Tante le domande che verranno approfondite nei prossimi mesi per presentare, nel corso del 2023, una prima bozza di organizzazione al Custode di Terra Santa e ai suoi Discretori, decisori e primi responsabili del progetto.
STUDIO DEL PUBBLICO FUTURO DEL MUSEO
L’altra novità di questo comitato è stata anche la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato allo Studio del pubblico, “presupposto imprescindibile prima di immaginare qualsiasi strumento educativo e didattico al servizio della mediazione culturale” ripete con insistenza Silvia Romana, Responsabile delle mostre temporanee della Reggia di Versailles. E, una manna dal cielo per l’intero team del Terra Sancta Museum, Pierre Aziza, vicedirettore dello sviluppo culturale della Reggia di Versailles, è venuto da Parigi. Incrociando le statistiche del Ministero del Turismo israeliano e quelle del Franciscan Pilgrims Office (FPO) trasmesse da Mike Kattan, progettista e sviluppatore del software per la Custodia di Terra Santa, si evidenziano le prime tendenze.
“Nel 2019, il 54% dei turisti che entravano in Israele erano cristiani e il 25% di loro faceva viaggi organizzati da un’agenzia” (fonte Inbound Tourism Survey rapporto annuale 2019, Ministero del Turismo israeliano). Per quanto riguarda i santuari, nello stesso anno le nazioni più rappresentate sono state Stati Uniti, Italia e Polonia, seguite da Spagna, Indonesia e Filippine (fonte FPO). Insomma, il lavoro è appena iniziato per identificare con precisione i profili dei futuri visitatori, le loro temporalità, le loro pratiche culturali… con, in vista, la scelta del sistema di prenotazione e biglietteria più appropriato.
BENEFICIARE DI COMPETENZE LOCALI E INTERNAZIONALI
“Grazie al lavoro di Raphaëlle Ziadé e George Al’Ama ma anche all’interesse di diverse istituzioni museali locali, che desiderano organizzare mostre con le nostre collezioni, ci rendiamo conto che esse riflettono non solo conoscenze e tecniche ma soprattutto la storia e il contributo artistico delle comunità cristiane locali” sostiene padre Stéphane Milovitch. I due esperti hanno preso la parola per un feedback a seguito della loro partecipazione all’XI° Congresso di Studi Arabi Cristiani, a Parigi, lo scorso luglio. Grazie a loro, la scuola delle icone di Gerusalemme è stata per la prima volta portata in un grande congresso. Un progetto ambizioso di inventari, ricerche e prime misure preventive di conservazione sta emergendo intorno alla futura stanza delle icone.
La parola è stata data anche a Maja Kominko, Direttrice Scientifica e dei Programmi Scientifici della Fondazione Aliph (Alleanza Internazionale per la Protezione del Patrimonio nelle Zone di Conflitto). È stata in grado di presentare la portata delle loro azioni, le loro priorità e il modo di operare in più di 30 paesi, dall’Ucraina al Pakistan passando per la Siria, la Libia e il Mali. Il Terra Sancta Museum è onorato di beneficiare del supporto e della competenza della Fondazione Aliph.
Ed è proprio ad uno dei partner della Fondazione Aliph, la Biblioteca Khalidi, che il comitato scientifico si è recato in visita. Istituita nel 1900, è la prima biblioteca pubblica araba in Palestina. Ospita una delle più grandi collezioni private di libri e manoscritti arabi al mondo. Il Terra Sancta Museum ringrazia i suoi direttori Raja e Khalil Khalidi e David Dahdal, consulente del programma, per questa visita che ha messo in luce le loro attività di restauro e conservazione. È stato poi Denis Weil, Direttore del Museo di Israele, ad accogliere la delegazione per una visita e un momento di scambio in cui si è avvicinato allo studio del pubblico e agli strumenti della mediazione. La Custodia di Terra Santa desidera esprimere tutta la sua gratitudine al comitato scientifico senza il quale questo progetto non potrebbe vedere la luce.
Traduzione dal francese a cura di Aniello Cozza