Lorraine Abu Azizeh: quando architettura e restauro si incontrano in Medio Oriente
Il Terra Sancta Museum può vantare, all’interno del suo team, molti esperti internazionali che hanno lavorato per più di cinque anni alla sua costruzione. Tra loro c’è Lorraine Abu Azizeh, architetto francese impegnato in progetti riguardanti il patrimonio in Francia e in Medio Oriente per oltre 15 anni. L’abbiamo incontrata per parlare del suo impegno all’interno del museo.
Può descrivere brevemente il suo background?
Mi chiamo Lorraine Abu Azizeh, sono un architetto e lavoro per l’Ufficio Tecnico della Custodia di Terra Santa dall’agosto 2020. All’Ufficio Tecnico ci occupiamo dei vari cantieri nelle proprietà francescane, tra cui naturalmente il Terra Sancta Museum, dove lavoro con Vincenzo Zuppardo, l’architetto responsabile del progetto.
Mi sono laureata come architetto nel 2007 in Francia e ho ottenuto in seguito un master in storia dell’architettura. Il patrimonio è un campo che mi ha sempre interessato molto. Durante i miei studi, sono stata in Italia per un anno dove ho potuto seguire dei corsi di storia e di agrimensura [1] e dei progetti di restauro che di solito non sono offerti nelle scuole di architettura in Francia. Poi sono andata in Germania dove ho lavorato per 6 mesi a Mainz in un istituto di rilievi. Quando ho finito i miei studi sapevo con certezza che non volevo lavorare in studi di architettura classica.
Come e quando ha iniziato a lavorare sui siti del Vicino Oriente?
Durante il mio master in storia, ho incontrato il direttore della missione archeologica francese a Mari, in Siria. Mi ha offerto l’opportunità di lavorare come architetto in questo sito mesopotamico. Non conoscevo affatto questo ambiente. Sono andata lì ogni anno per tre anni per sorvegliare gli scavi, il che mi ha reso molto consapevole dei problemi di conservazione e sviluppo dei siti archeologici. Allo stesso tempo, lavoravo a Parigi in uno studio di architettura che si occupava di progetti di restauro per clienti privati (castelli, fattorie, chalet, ecc.).
Ho avuto poi la fortuna di ottenere un posto di 4 anni come borsista di ricerca come architetto all’Ifpo [Istituto francese del Vicino Oriente], ad Amman, in Giordania. Ho lavorato in particolare al completamento del programma di restauro del Tempio di Zeus a Jerash, un importante sito archeologico. Ho gestito una squadra di 10 lavoratori di lingua araba, alcuni dei quali erano scalpellini.
Come ha saputo della Custodia di Terra Santa?
Dal 2016, ho lavorato in un’agenzia di architettura a Lione [Agence Archipat, Francia] gestita da sei architetti specializzati in patrimonio storico. È stata un’esperienza molto ricca, e ho potuto guidare diversi grandi progetti di restauro di monumenti storici (Château de Ray-sur-Saône, Forges de Baignes, Château de Ripaille a Thonon-les-Bains).
Mi sono poi trasferita a Gerusalemme per motivi familiari, e ho trovato questa posizione alla Custodia, un po’ inaspettatamente. Lavorare nella città vecchia di Gerusalemme è emozionante e ho scoperto di lavorare in un ambiente religioso, il convento di San Salvatore, che non smette mai di stupirmi! È anche un’opportunità per me di riscoprire luoghi e rendermi conto di quanto sono fortunata a lavorare su progetti qui nella città vecchia di Gerusalemme o a Nazareth per esempio.
Il dipartimento tecnico è composto da un piccolo team, ma l’atmosfera è fantastica e mi piace particolarmente il fatto che lavoriamo in un contesto multilingue: parliamo infatti italiano, inglese, arabo e a volte francese!
Come metti la tua esperienza al servizio del Terra Sancta Museum?
Lavoro nel campo del patrimonio da 15 anni, in Francia e all’estero, e il contesto di Gerusalemme mi ricorda la mia esperienza in Giordania. Ci sono differenze reali con la Francia, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, la gerarchia, il fatto di essere donna o no, di parlare arabo o no… Ma c’è un punto comune a tutti i cantieri di restauro: nel settore del patrimonio, lavoriamo sempre con imprese altamente qualificate e lavoratori specializzati. Sono persone che conoscono il loro mestiere e che hanno un’ottima conoscenza delle tecniche tradizionali: ho sempre molto da imparare da loro. Ciò che trovo particolarmente interessante con i lavoratori della Custodia è il rapporto quotidiano con loro, che è necessariamente diverso da un rapporto con un lavoratore di un’azienda esterna. Ci sono legami che si creano e anche un vero scambio per quanto riguarda le tecniche e i materiali locali (in particolare la pietra).
Come spiegherebbe l’interesse professionale che il progetto Terra Sancta Museum (TSM) suscita in lei?
Per me, uno dei maggiori interessi del progetto TSM, al di là della dimensione patrimoniale, è la composizione di un team multidisciplinare, con architetti, uno scenografo, ingegneri, operai specializzati, ecc. La presenza di un comitato scientifico è anche un elemento raro nei progetti privati e dà al progetto un credito particolare.
D’altra parte, la presentazione delle collezioni mi interessa molto, non ho mai lavorato su un progetto museografico di questa scala e con tali problemi tecnici. Da un lato, ci sono questioni relative al controllo delle condizioni ambientali in questo spazio, che non è stato progettato inizialmente per essere un museo. D’altra parte, c’è anche la complessità di presentare e conservare le opere che saranno esposte nel museo. Credo che sarà molto affascinante lavorare sulle questioni relative all’incontro tra museografia e progetto architettonico del TSM!
©Archipat – Ray-sur-Saône ©Archipat – Ray-sur-Saône ©Archipat – Ray-sur-Saône
[1] Ramo della topografia relativo alla misurazione, divisione e rappresentazione di terreni o edifici su carte a grande scala. Ha lo scopo di ricostituire la documentazione tecnica (pianta, sezioni, facciate, dettagli) quando questa non esiste.
(traduzione dal francese a cura di Eleonora Musicco)