Le domande sollevate dallo studio dei pezzi medievali del Terra Sancta Museum
Il lavoro di catalogazione delle collezioni di opere d’oro e d’argento continua. Una parte di questa iniziativa è dedicata al “Tesoro Medievale di Betlemme”. Il Comitato Scientifico del Terra Sancta Museum può contare sull’esperienza di Florian Meunier, Capo Curatore al Louvre e responsabile delle collezioni del Tardo Medioevo e dell’Arte Romana. Lo abbiamo incontrato.
Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi attualmente portati avanti dagli esperti del Comitato Scientifico del Terra Sancta Museum. La pubblicazione delle opere d’oro e d’argento, inizialmente concepita come un unico catalogo – che riunisce centinaia di pezzi datati dal Medioevo al periodo contemporaneo – alla fine darà vita alla produzione di diversi lavori! Stanno mobilitando l’energia di un trio di capi curatori che hanno come denominatore comune il Louvre. Michèle Bimbenet-Privat sta per iniziare la composizione grafica per il catalogo sugli oggetti del 17° e 18° secolo, Anne Dion sta lavorando sugli oggetti del 19° e 20° secolo e a Florian Meunier è stata assegnata lo studio dei pezzi medievali del Terra Sancta Museum – Arte e Storia.
“Inizialmente dovevo scrivere le voci sui pezzi medievali in questo progetto di ampia portata, ma il carattere specifico di questa categoria ci è presto diventato evidente”, ricorda Florian Meunier. Mentre gli studi dei suoi colleghi potrebbero essere supportati dai marchi incisi sugli oggetti successivi e sui registri tenuti dalla Custodia della Terra Santa per tracciare la loro origine, lo specialista del Medioevo deve fare a meno di questi indizi. “Non abbiamo alcuna documentazione che possa aiutarci a valutare questa collezione”, spiega Florian Meunier. Ritorna all’approccio che ha portato alla selezione degli oggetti per questo catalogo: “Abbiamo optato per un approccio più liturgico che storico, mettendo da parte i pezzi archeologici medievali esposti a Nazareth o al museo della Flagellazione, già studiati approfonditamente“.
STUDIO DEL TESORO DI BETLEMME
Questo catalogo medievale è quindi dedicato al “Tesoro di Betlemme”, un insieme di oggetti liturgici di inestimabile valore scoperto alla fine del XIX secolo quando furono intrapresi lavori di restauro nel convento dei francescani e nelle zone circostanti. Includerà anche analisi di altri oggetti medievali appartenenti alla Custodia della Terra Santa, in particolare un Cristo dorato del XII secolo e la famosa spada attribuita a Goffredo di Buglione.
Il Tesoro è composto da un pastorale smaltato, tre candelabri, un carillon con tredici campane, diversi canne d’organo e una coppia di scodelle incise con scene della vita di San Tommaso, molto probabilmente usate per abluzioni in contesto liturgico. Due modelli simili dello stesso laboratorio, in uno stato di conservazione più povero, si trovano nelle collezioni del Louvre e del British Museum.
Florian Meunier solleva le domande poste da questo gruppo eterogeneo: “le scodelle sono molto probabilmente state realizzate in Germania prima di arrivare in Terra Santa; il pastorale è intrigante perché è più recente rispetto agli altri pezzi del tesoro: risale agli inizi del XIII secolo mentre il resto risale al secolo precedente! In assenza di documentazione, il confronto con pezzi in altri musei dovrebbe permetterci di sapere di più su questa collezione”.
UNA PLURALITÀ DI ESPERTI
Il curatore del Louvre non è l’unico esperto che è stato mobilitato per questa impresa a lungo termine: “sto aspettando uno studio sull’organo e sulle campane da parte di uno specialista di musica medievale e i risultati degli studi degli epigrafisti sulle iscrizioni sui candelabri e sulle scodelle. Il catalogo includerà anche uno studio sulla Basilica della Natività durante le Crociate, che ci permetterà di riprodurre il contesto di questo tesoro che è una testimonianza della presenza di una grande chiesa o di una cattedrale Europea a Betlemme”.
Interrogato sulla spada attribuita a Goffredo di Buglione e sulla sua presenza nel catalogo, Florian Meunier insiste sul suo valore simbolico: “è un pezzo che mostra l’importanza del rituale dell’incoronazione dei cavalieri del Santo Sepolcro e un caso tipico di un oggetto mitico attribuito a una figura famosa. È totalmente legato al Santo Sepolcro, è una voce a sé stante!” La spada sarà esposta nella sala del museo dedicata a questo ordine cavalleresco insieme agli speroni e alla croce pettorale utilizzati durante le cerimonie di investitura. I visitatori potranno anche ammirare i registri dei cavalieri conservati dai Custodi della Terra Santa fino al restauro del Patriarcato Latino di Gerusalemme nel 1847.
L’esperto prosegue, “Questa spada solleva anche la questione dell’eredità del periodo crociato nelle collezioni Francescane,” un argomento che troverà il suo posto nelle sale dedicate a questo periodo con un particolare interesse per la sua liturgia. Seguendo questo approccio, la sala chiamata “il chiostro musicale” esporrà il carillon e l’organo mentre il resto del Tesoro potrà essere visto nella sala dedicata alla Custodia dei Luoghi Santi insieme ad altri pezzi, come un modello Palestinese in madreperla del Santo Sepolcro.
UN PATRIMONIO VALORIZZATO DALLA RICERCA
Il mistero che circonda l’origine e l’uso di alcuni di questi oggetti medievali, come il Cristo dorato del XII secolo, è lontano dal diminuire il loro interesse per l’esperto: “questo gruppo di pezzi è un percorso che porta allo studio del contesto storico specifico. Il lavoro svolto per questo catalogo porterà chiarificazioni sui materiali utilizzati, la datazione e consentirà di avvicinarsi a questi pezzi in modo diverso. Il loro studio da parte degli storici dell’arte può conferire loro valore dal punto di vista del patrimonio e una profondità storica specifica alle opere di riferimento di un museo. Questo lavoro, risultato di uno studio rigoroso e di scambi tra i membri del Comitato Scientifico riuniti da fra Stéphane Milovitch, renderà questi pezzi veramente singolari!”
All’origine del primo “museo dei padri Francescani” avviato a Gerusalemme nel 1902, questi pezzi medievali, presto arricchiti da una documentazione dettagliata, occuperanno un posto centrale nelle collezioni del futuro Terra Sancta Museum – Arte e Storia.
Questo articolo è stato tradotto in italiano da Giorgia Avola.