La storia della parrocchia cattolica di Betlemme al cuore del Terra Sancta Museum
Molti conoscono Betlemme, la Chiesa della Natività, la grotta e la sua stella – dove forse alcuni di voi avranno pregato durante un pellegrinaggio in Terra Santa. Meno noto è che all’ombra di questo santuario fiorisce una delle parrocchie più vivaci della Terra Santa, con diverse migliaia di fedeli, e che i francescani ne sono responsabili dal XIV secolo. Il Terra Sancta Museum rivisiterà questa storia comune e l’impulso pastorale dei frati, all’interno di una sala del museo dedicata alla Chiesa locale.
Grazie alle sue diverse migliaia di parrocchiani, Betlemme è oggi una delle più grandi parrocchie della Terra Santa. Questo dato forse non appare troppo sorprendente per la città luogo di nascita di Cristo. Tuttavia, per molto tempo, Betlemme rimase un villaggio relativamente discreto all’ombra di Gerusalemme (detta “La Santa”), fino al suo graduale e inesorabile sviluppo con l’arrivo dei frati francescani nel XIV secolo.
I missionari francescani si stabilirono definitivamente a Betlemme nel 1347, anno in cui le autorità mamelucche concessero loro la custodia ufficiale della grotta della Natività, insieme ai greco-ortodossi, e quindi il diritto di godere della basilica e di provvedere al suo mantenimento. A quel tempo esistevano già diverse parrocchie cristiane secolari.
Tuttavia, la parrocchia dovette aspettare i secoli XVI e XVII per sperimentare la sua maggiore crescita. Precursori di iniziative educative e professionali in Terra Santa, i frati trasmisero e insegnarono l’arte della madreperla e dell’intarsio e aprirono la prima scuola cattolica per ragazzi in Terra Santa (nel 1598), una scuola che è ancora attiva oggi e certamente una delle più antiche del mondo!
Se, allo stesso tempo, questi corsi rispondevano a un bisogno dei frati in relazione alla loro missione di accoglienza dei pellegrini (sviluppando l’artigianato locale e insegnando le lingue straniere), essi contribuivano soprattutto a sviluppare un tessuto economico di artigiani, mercanti e negozianti a beneficio di molte famiglie palestinesi. Da allora, l’arte della madreperla è stata elevata al rango di patrimonio culturale palestinese; ad essa sarà dedicata una sala del Terra Sancta Museum che renderà omaggio al genio e al know-how palestinese e presenterà il lavoro di diversi laboratori di famiglie betlemite, come le famiglie Mickel, Sabat, Zoughbi, Al Ama, Abu Fheleh, Dabdoub e Rock. A Betlemme, questa tradizione continua ancora, grazie al Centro Michele Piccirillo, intitolato al grande archeologo francescano (1944-2008) e autore del libro “La nuova Gerusalemme: Artigianato palestinese al servizio dei Luoghi Santi“.
Modellino della basilica della Natività e Cornice in madreperla (XVII secolo)
Il riconoscimento ufficiale della parrocchia di Betlemme risale al 1628. A quel tempo, la Congregazione per la Propagazione della Fede riconosceva alla Custodia di Terra Santa la cura pastorale dei villaggi di Betlemme insieme ai villaggi vicini di Beit Sahour e Beit Jala. In questo senso, il registro sacramentale, in cui sono stati registrati i battesimi della parrocchia cattolica di Betlemme tra i secoli XVI e XVII, è un prezioso documento d’archivio e sarà esposto nel cuore della sala dedicata alla chiesa locale. Il registro non solo testimonia l’attività pastorale dei frati molto prima che la parrocchia fosse ufficialmente riconosciuta da Roma, ma soprattutto ha una funzione legale. In effetti, questi registri hanno il valore di un certificato di nascita per i cristiani di Terra Santa, permettendo loro di attestare, ancora oggi, la loro appartenenza secolare alla Terra Santa.
I registri raccontano con precisione il dinamismo di questa comunità cattolica latina e permettono di sapere, ad esempio, che nel 1664 la parrocchia contava 128 fedeli e altri 250 30 anni dopo! Nel XVII secolo, i cattolici divennero la maggioranza a Betlemme, e questa crescita continuò fino all’inizio del XX secolo.
La presenza costante dei francescani in Terra Santa e i loro sforzi per evangelizzare e promuovere i valori cristiani furono decisivi per lo sviluppo della Chiesa araba locale: la parrocchia di Betlemme ne è un esempio. Numerose fotografie del XIX secolo mostrano questa vita condivisa quotidianamente tra i frati e le comunità locali, sia nei santuari che nei “laboratori di formazione” dell’epoca dedicati a vari mestieri: la lavorazione del ferro, la rilegatura dei libri, la stampa o la costruzione di organi.
(traduzione dal francese a cura di Eleonora Musicco)