8 Marzo 2022

La Fondazione Mansart sostiene il Terra Sancta Museum!

di OLIVIER RENARD

Il 2021 ha portato un’importante novità: il sostegno della Fondazione Mansart verso il progetto di costruzione del Terra Sancta Museum. Specializzata nella conservazione e valorizzazione del patrimonio da più di quindici anni, la Fondazione mette a disposizione del nostro museo la sua rete e le sue capacità di raccolta fondi. Abbiamo incontrato Alexis Robin, direttore esecutivo della Fondazione Mansart, per saperne di più sulle motivazioni di  questo impegno.



Alexis, potrebbe dirci come la Fondazione Mansart ha conosciuto il Terra Sancta Museum (TSM) e cosa ha motivato questa collaborazione?

Il nostro legame con il TSM è Béatrix Saule [1], con la quale Albéric de Montgolfier, presidente della Fondazione, aveva già lavorato su vari progetti. Poi, la mostra “Tesoro del Santo Sepolcro” al Castello di Versailles, nel 2013, ha fatto scoprire al nostro team la qualità delle collezioni conservate dai francescani in Terra Santa. Così, quando Béatrix Saule è tornata da noi con questo progetto museografico in lavorazione, Albéric de Montgolfier me ne ha subito parlato. Per lui, era un’opportunità unica per la Fondazione di sostenere un progetto su larga scala con collezioni francesi di grande qualità che non esistono più in Francia.

Nell’ambito di questa collaborazione si colloca la vostra visita a Gerusalemme lo scorso novembre. Cosa ricorda di questo viaggio? Cosa desidera ricordare di questo incontro con il Terra Sancta Museum e con i Francescani di Terra Santa?

La cosa più sorprendente del museo è stata poter scoprire e misurare l’estensione e la qualità delle collezioni. Personalmente, non avevo idea che le opere potessero essere di tale qualità e, con Albéric de Montgolfier, siamo rimasti stupiti da tutti i doni offerti dalle corti europee. Non avevo mai visto paramenti liturgici così belli, ad esempio. Il secondo punto che colpisce è il legame stretto della comunità francescana a Gerusalemme e del ruolo sociale che svolge. È davvero presente in tutte le fasi della vita dei suoi abitanti, che si tratti della scuola, della vita religiosa, del sostegno sociale o della fornitura di alloggi. E il fatto che il convento di San Salvatore sia nella città vecchia rende questo progetto ancora più importante. Siamo nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, a due passi dal Santo Sepolcro, e questo è davvero eccezionale.

C’è un’opera che l’ha impressionata di più durante la sua visita?

L’opera la cui storia mi ha colpito di più è l’organo di Betlemme e le campane. Penso che sia straordinario il fatto che questi strumenti siano stati trovati per caso durante degli scavi archeologici del secolo scorso e che grazie a questa scoperta potremo conoscere di più la musica e i suoni del Medioevo. La loro storia è affascinante e non vedo l’ora di vedere come l’organo sarà presentato nel museo e di sentire la simulazione del suono originale, se sarà possibile farlo funzionare.

Torniamo all’azione della Fondazione Mansart. Quali reti state mobilitando per sostenere il Terra Sancta Museum? Come presentate questo progetto e, finora, come è stato accolto nel complesso?

Stiamo lavorando su diversi fronti. Prima di tutto, c’è la rete naturale della Fondazione, cioè tutti i donatori che sono abituati ad accompagnarci in tutti i nostri progetti (Château de Maintenon, Château de Bagatelle, ecc.). Un altro sostegno che abbiamo cercato, per l’eccezionalità del museo, è quello della Francia. Infine, poiché Gerusalemme è eccezionale da tutti i punti di vista, ci siamo avvicinati a una terza cerchia di sponsor, tra cui un certo numero di aziende che si sono già impegnate.

Molto semplicemente, presento loro questo progetto come una sfida unica per creare il primo museo d’arte cristiana a Gerusalemme, che sarà anche una risposta ai musei d’arte ebraici e islamici. Così, tutte e tre le religioni monoteiste saranno rappresentate, e questa idea di equilibrio è molto importante per la gente. Questo museo sarà anche l’occasione per presentare 800 anni di storia e di presenza francescana in Terra Santa. Questo fatto è senza precedenti e giustifica il tesoro considerevole accumulato negli anni. Si tratta di un museo con un forte significato storico. C’è molto entusiasmo per questo progetto. Gerusalemme è un punto di riferimento importante per tutti, sia spirituale, storico o geografico, e sono molto felice di vedere l’emozione che provoca in profili molto diversi, credenti o meno. Penso alla fondazione svizzera Evergéte. Inizialmente hanno chiesto una semplice presentazione del progetto, ma poi il loro entusiasmo è stato tale che si sono offerti di sponsorizzare l’intera Sala della Madreperla. Gerusalemme è un argomento che unisce le persone.


(traduzione dal francese a cura di Eleonora Musicco)


Grazie al sostegno della Fondazione Mansart, è stata creata in Francia la Fondazione Amici Terrae Sanctae, dedicata al finanziamento del museo. Per maggiori informazioni visita il web della Fondazione.


[1] Curatrice ed ex direttrice del Castello di Versailles. Direttrice del comitato scientifico della sezione storica del TSM.

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