Il viaggio alla scoperta delle Radici di Agostino Al’ Ama
Le famiglie del clan di Al’Ama di Betlemme si sono riunite ad Amman per conoscere meglio le loro radici familiari. Il loro scopo principale era di aprire un’inchiesta più approfondita sull’ultimo organista della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Agostino Al’Ama il quale ha passato più di 70 anni in questo luogo. I suoi figli Patrick e Joseph hanno incontrato George Al’ Ama, costantemente coinvolto in questo tipo di ricerca. George è il fondatore del centro culturale e genealogico di Betlemme (Dal Al Sabagh) che si occupa, tra le altre cose, di aiutare i palestinesi vittime della diaspora a ricongiungersi con le loro radici e a capire meglio la loro storia familiare.
Tra il 1870 e il 1940 molti palestinesi hanno lasciato la loro terra natìa a causa di difficoltà politiche ed economiche e si sono trasferiti in altri territori. I palestinesi che sono emigrati venivano per lo più da Betlemme, ma anche da Beit Jala e Beit Sahour. La loro intenzione non era di stabilirsi permanentemente al di fuori della Palestina ma di espandere il loro lavoro manifatturiero nei mercati internazionali. Tempo dopo, nella guerra del 1948, molti palestinesi sono stati espulsi con la forza dalle loro case e inoltre, durante la catastrofe in Palestina (Al-Nakba), sono stati distrutti centinaia di villaggi e case. Un’altra massiccia ondata di migrazioni è avvenuta nel 1967 quando i militari israeliani hanno occupato il territorio, costruito ed espanso insediamenti e confiscato proprietà palestinesi; tutte queste furono delle manovre politiche usate contro i palestinesi. La storia di Agostino Al’Ama e della sua famiglia era simile a qualsiasi altra storia nella quale il centro di ricerca si è imbattuta dal 2018, anno in cui sono iniziate le ricerche sugli alberi genealogici. Una delle ragioni di questa ricerca è che Agostino è stato un importante compositore, organista e direttore della “Schola Cantorum de la Terre Sainte.” Egli, infatti, ha portato un importante cambio di direzione nella musica palestinese contemportanea.
Un’altra ragione è che sono stati fatti molteplici tentativi per ritrovare le sue radici e numerose teorie sono state avanzate nessuna delle quali, in ogni caso, era vera. Senza dubbio questa ricerca, che si basa sulle risorse primarie e l’investigazione scientifica, ha identificato chiaramente le radici di Agostino e di conseguenza messo fine alle false teorie.
George Al’Ama ha accettato la missione di svelare il mistero che circonda Agostino. Il team di Dar Al-Sabagh ha iniziato a cercare informazioni partendo dalle interviste e cercando anche tra vecchie testimonianze e documenti. Molte interviste sono state condotte telefonicamente da numerose persone; ad esempio anche con Patrick e Joseph Al’Ama che hanno rivelato il nome dei genitori di Agostino: suo padre si chiamava Bishara e sua madre probabilmente Maryam. “Questo è tutto quello che sappiamo” hanno detto. Patrick ha aggiunto che c’era un libro pubblicato tempo addietro riguardante la storia di Betlemme e in questo c’era una storia interessantissima sul loro nonno Bishara. Sembra che lavorasse come orafo e che sia stato sentenziato a morte per contraffazione dal governo dell’Impero Ottomano. Un’altra intervista è stata fatta con un genealogista, Robert Jaar Al’Ama, che ha solo offerto teorie ma non informazioni concrete sulle origini di Agostino nonostante le sue assidue ricerche durate molti anni su uno degli avi di Agostino. Questo genealogista, inoltre, si è anche basato su una storia trasmessa oralmente. C’è stata una donna, il cui nome è probabilmente Bertha che, durante l’infanzia di Agostino, ha insistito per adottarlo. Il marito della donna, Hanna Miladeh, non era favorevole all’adozione e dunque Agostino fu mandato in un orfanotrofio di Gerusalemme mantenendo, tuttavia, il suo cognome. I ricercatori si sono chiesti chi fosse Bertha e perchè avesse insistito così tanto ad adottare Agostino.
Gli archivi della Custodia di Terra Santa parlano di un matrimonio tra Hannah Miladeh e un altro membro della famiglia Al’Ama. Il collegamento è possibile e magari Bertha è un nomignolo. Eyad Handal, un ricercatore del Dar Al Sabagh, ha raccolto informazioni da varie fonti: l’albero genealogico di Al’Ama preso dal database del centro, documenti dall’archivio della Chiesa di Santa Caterina a Betlemme e dal censimento Ottomano del 1905. Eyad ha trovato 5 persone con il nome Bishara Al’Ama nei registri menzionati ma il nome di sua moglie, Maryam, non è stato trovato da nessuna parte. La trama si infittisce.
Registro dei battesimi della parrocchia di San Nicodemo a Ramleh (1873-1931), parte prima.
Ritorniamo alla storia del figlio di Agostino, Patrick, con il suo pezzo di puzzle. Eyad ha avuto tra le sue mani un libro che racconta la storia di Bishara e in maniera più specifica di un’altra interessante personalità betlemmita, Wardeh Musallam (Al-Biss), un’ eroina che ha salvato Bishara dalla pena di morte a Damasco, in Siria. In questa cronaca di Betlemme, scritta da Hanna Abdallah Giacaman, uno storico del luogo, apprendiamo le avventure di Wardeh, una donna descritta nei diari personali di Kunaset Zablah come qualcuno che spesso passava del tempo nel consiglio cittadino. Era ampiamente coinvolta nella vita cittadina e risolveva abitualmente problemi e dispute riguardanti terre, relazioni familiari etc. Wardeh era una donna saggia, intelligente, forte e di bell’aspetto; nessuno poteva rifiutare ciò che chiedeva (Giacaman, 1984). Nel 1896, quando Bishara fu mandato a Damasco, il concilio cittadino di Betlemme tenne numerosi incontri per la richiesta della famiglia che voleva che il figlio tornasse poichè unico maschio e dunque l’unico a provvedere alla famiglia. Il consiglio cittadino che era formato da noti anziani di Betlemme si riunì per vedere come fosse possibile risolvere la questione. Wardeh propose, sicura di sè, di poter riscattare Bishara e riportarlo a Betlemme con l’unica condizione, per la famiglia, di coprire le spese del viaggio. Così, la madre di Bishara e due sue sorelle vendettero tutti i loro gioielli e copricapi e il ricavato fu consegnato a Wardeh per conseguire lo scopo. L’ingegnoso piano di Wardeh era di viaggiare in Siria per trovare le persone che avevano il potere di cambiare la sentenza di morte di Bishara. Lei credeva nella sua innocenza e l’unico modo di influenzare la loro decisione era di organizzare incontri con le madri e le mogli delle persone al potere. Il uso piano ebbe successo. Wardeh vinse la libertà di Bishara (Giacaman, 1984). Un’altra fonte interviene in questa storia variopinta: nel 1896, il sacerdote salesiano Fr. Antonio Belluni, ricevette un messaggio nel quale si congratulava del ritorno a Betlemme di Bishara dato che non aveva altri fratelli. Per cui questo documento non solo conferma la veridicità della storia di Wardeh ma anche grazie alla data specificata, 1896, rende possibile identificare meglio di quale Bishara si sta parlando (Nahas, 1909).
Secondo gli archivi della Custodia di Terra Santa e le ricerche di Lucie Mottet del Terra Sancta Museum, Agostino è nato il 28 agosto 1902. I suoi genitori ignoti erano palestinesi. Entrò nell’orfanotrofio di Gerusalemme il 16 ottobre 1908. [1]Un’altra importante biografia è stata scritta da Fr. Agostino Szymannski, ofm, dopo la morte di Agostino. Egli ha segnato come data di nascita di Agostino il 28 Agosto 1903, figlio di Bishara e Maria nativi di Betlemme. Sappiamo dai registri di Ramleh che Agostino è nato il 28 Agosto 1902 ma l’informazione più importante è che viene menzionato il nome della madre di Agostino, Maria e le date delle morti di Maria e Bishara[2].
Foto scattata dagli autori, Tomba di Bishara Al’Ama con la madre Maryam Batarseh. 2023
Al contempo Eyad ha potuto ridurre il numero di coloro che portavano il nome Bishara e solo uno di loro sposò una Maria: Bishara Yousef Al’Ama. Infatti, egli non aveva fratelli e si inserisce perfettamente nella linea temporale e la sua data di morte coincide con quella riportata a differenza delle altre informazioni registrate negli archivi del centro. Ebbe anche due figlie, Wadi’a e Katrina. All’epoca in cui Agostino entrò in orfanotrofio erano già sposate. Wadi’a, menzionata da Robert Jaar Lama con il nomignolo di Berta, era sposata con Hanna Miladeh. Questa informazione la identifica e spiega la ragione per la quale stava cercando di adottare Agostino. Una domanda però rimane irrisolta: se egli è entrato in orfanotrofio nel 1908 è successo quando egli aveva 6 anni e perchè Agostino è entrato in orfanotrofio proprio a quell’età? Anche perchè la sua famiglia era ancora in vita. L’unica spiegazione possibile è che Bishara, una volta tornato in città, si sia ammalato e sia morto subito dopo. Secondo la data riportata sulla lapide identificata come quella di Bishara, nel cimitero cattolico di Betlemme, egli è morto nel 1912 all’età di 48 anni. Tutto il denaro che aveva risparmiato negli anni è stato utilizzato per coprire il viaggio di liberazione intrapreso da Wardeh in Siria. Inoltre il suo scopo era di dare al suo unico figlio maschio un percorso più agevole per avere più successo nella vita, un futuro migliore ed essere ben educato. I francescani erano gli unici a poter offrirgli questo. Avevano infatti scuole ben organizzate che potessero insegnare le lingue, musica, arti e mestieri etc. Bishara proveniva da una famiglia Cattolica praticante e che avessero un ottimo rapporto con i francescani si evince anche dalla lettera di raccomandazione che il sacerdote associato della chiesa di Santa Caterina ha mandato all’orfanotrofio di Gerusalemme a nome di Agostino. Agostino è stato chiamato così in onore di Sant’Agostino, il cui onomastico è celebrato ad Agosto.
Un’ultima domanda: “Perchè Agostino è nato a Ramleh e non a Betlemme?” In merito è stato contattato fr Abed Al-Maseeh, il parroco di Ramleh, poichè ha conosciuto Agostino. La sua teoria è che Bishara aveva avuto ottimi rapporti con i francescani e soleva fare lavori di riparazione nelle chiese. Probabilmente anche allora avrà raggiunto Ramleh con sua moglie per fare dei lavori in qualche chiesa e mentre erano lì lei avrà dato alla luce suo figlio. Il team di ricercatori non è sicuro dell’accuratezza di questa teoria o della vera motivazione per cui Agostino sia nato a Ramleh e non a Betlemme. Tuttavia l’unica cosa di cui sono sicuri è che Agostino sia il figlio di Bishara Yousef Anton Al’Ama e di Maria Jeries Al’Ama.
In conclusione, non è stato possibile in questo breve articolo spiegare pienamente la vita e i fatti di Agostino ma è stato solo possibile identificare le sue radici familiari e raccontare la storia di Wardeh Musallam che ha salvato Bishara da morte certa. Questa scoperta notevole ha un significato importante non solo per la famiglia Al’Ama, che finalmente ora viene a conoscenza dei suoi familiari ma anche per la comunità palestinese e tutte le persone interessate a questa storia affascinante.
(Traduzione dal inglese a cura di Noemi Lomonte)
References:
1. Hanna Abdallah Giacaman, A Tour in the History of the Holy Land, Vol 1: The New Entrance to Bethlehem, Jerusalem: Modern Arab Press, 1994.
2. Dar Al Sabagh database and archives, “Al’Ama Family Tree,” Bethlehem. Accessed in March 2023.
3. Fr. Y. Nahas, Biography of Fr. Anton Billoni, Canon of the Holy Sepulcher and Founder of the Salesian Orphanage in Palestine, Part 2, p. 92, Alexandria Oriental Press, 1909.
4. Saint Catherine Church records, “Al’Ama Family Tree,” Bethlehem. Accessed in March 2023. The Custody of The Holy Land Archives.
5. St. Nicodemus Latin Parish records, Ramleh San Nicodem Baptism (1873–1931), part 1, N. 107, Jerusalem. Accessed in March 2023. The Custody of the Holy Land Archives, Jerusalem.
6. A. Szymannski, ofm, Biography of Agostino Al Ama. Accessed in March 2023. The Custody of the Holy Land Archives, Jerusalem, circa 1988.
7. The Monastery of Saint Saviour, “The Jerusalem Orphanage Record,” number 107, Jerusalem. Accessed in March 2023. The Custody of the Holy Land Archives.
[1] 107. Agostino Bisciara Lama di Ignoti Parenti – nato a Ramle di Palestina il giorno 28 Agosto 1902 – Battezzato lo stesso giorno. Entrato il 16 Ottobre 1908.
[2] Agostino Lama nacque a Ramleh il 28.08.1903. Suo padre, Bishara (=Annunzio), era commerciante; sua madre, di nome Maria, era nativa di Bethlemme. Il Padre mori nel 1911, mentre la madre nel 1954: ambedue vennero seppelliti a Bethlemme nel cimitero della Parrocchia Latina.