Terra Sancta Museum: una sfida di mediazione e comprensione
Dal 24 al 26 settembre 2019 si è svolta la quinta riunione del Comitato Scientifico del Terra Sancta Museum. Durante queste giornate di lavoro è stata data priorità alla mediazione, cioè all’interazione e al dialogo che le opere esposte genereranno tra i visitatori. “Non si tratta solo di valorizzare queste opere e renderle fisicamente accessibili. Si tratta di farle parlare, di permettere loro di raccontare le loro storie, di aiutare il pubblico ad entrare in contatto con loro”, spiega Jacques Charles-Gaffiot, storico francese del Comitato scientifico. Una delle caratteristiche specifiche del Terra Sancta Museum sarà che tutti gli oggetti esposti sono stati realizzati e offerti per Gerusalemme.
Si tratta quindi di un’intera opera di sintesi e riformulazione che è stata intrapresa sui pannelli delle stanze e sulle didascalie che accompagneranno le opere. “Per catturare l’attenzione del pubblico, dobbiamo introdurre la diversità e la specificità, pur essendo scientificamente precisi e concisi. La domanda che ci poniamo è: che cosa dovremmo dire e con quale lingua in modo che la maggior parte dei visitatori possa capirla?” spiega Béatrix Saule, Direttore Generale Onorario del Castello di Versailles.
In un’ottica di innovazione tecnologica e pedagogia, tre installazioni multimediali saranno presenti in quest’ultima sezione del Terra Sancta Museum. Sono stati affidati a Gabriele Allevi, museografo e autore multimediale delle altre sezioni. I primi multimedia mostreranno al visitatore la continuità della presenza cristiana a Gerusalemme, facendo eco alla sezione archeologica del Convento della Flagellazione. Il secondo multimediale immergerà il visitatore nel mondo dei pellegrinaggi del Medioevo. Molte storie di pellegrini raccontano di malattie, atti di pirateria, pericoli e altre scoperte fatte durante questo incredibile viaggio verso la Città Santa. Le ultime novità multimediali permetteranno al visitatore di comprendere gli usi, il ruolo e l’importanza della liturgia: oggetti, colori, modalità d’uso. “Molte delle opere che saranno esposte sono ancora in uso per il culto divino. I pellegrini vanno ai santuari, ma non immaginano, ad esempio, com’è in realtà la celebrazione della Pasqua al Santo Sepolcro. Quando visiteranno il museo potranno vedere la sontuosità del culto che è stato e viene ancora reso a Dio”, ha detto Fra Rodrigo Machado Soares, maestro cerimoniere della Custodia e membro del Comitato.
In un’altra sessione di lavoro dedicata alle opere architettoniche realizzate e da compiersi, Fra Eugenio Alliata, archeologo e direttore della sezione archeologica del TSM, ha ripercorso la storia del convento di San Salvatore che ospiterà la nuova sezione museale. Un intervento prezioso per il Comitato, che ha potuto scoprire i resti di una presenza georgiana risalente al XVI secolo e le varie missioni svolte dai francescani attraverso lo sviluppo architettonico del convento.
Fra Eugenio Alliata ha guidato l’intero Comitato attraverso il futuro negozio del Terra Sancta Museum e poi nella nuova riserva che ospita la collezione dei paramenti liturgici. Quest’ultima è ormai nota, grazie al meticoloso lavoro di Maria Pia Pettinau Vescina, esperta di tessuti, e di Danièle Véron-Denise, specializzata in tessuti liturgici e profani. Una versione molto sofisticata del catalogo dei paramenti liturgici è stata infatti presentata al Comitato e sarà pubblicata nei prossimi mesi.
Tra le altre relazioni sullo stato di avanzamento della pubblicazione dei cataloghi, la signora Michèle Bimbenet-Privat, coordinatrice del catalogo dell’oreficeria, ha sottolineato il lavoro a lungo termine intrapreso nell’ultimo anno per individuare, esaminare e rintracciare l’arrivo di ogni oggetto in Terra Santa. “Questo catalogo conterrà 150 voci scritte da 11 autori. Abbiamo invitato nuovi esperti come Antonello Ricco – dottorando all’Università di Salerno, Maria Serlupi Crescenzi – curatrice del dipartimento di arti decorative dei Musei Vaticani, Teresa Vale, docente di storia dell’arte all’Università di Lisbona e Florent Meunier, curatore al Louvre. I loro contributi ci permettono di spostarci avanti e indietro tra la Terra Santa e i paesi di origine di queste opere”.
Un’opera di approfondimento che è ancora lungi dall’essere terminata in quanto gli inventari continuano in diversi conventi della Custodia, come il Getsemani, Napoli, Cipro e Aleppo, in Siria. Negli ultimi due anni sono stati inseriti più di 5900 record di oggetti.
“Questo lavoro è estremamente prezioso per la Custodia. Ci permette di approfondire la conoscenza delle nostre collezioni e, in questo modo, di poter rispondere alle richieste di collaborazione. Penso alla prossima mostra che si terrà al Palazzo dei Granduchi di Lituania sul Principe Radziwill, o il prossimo anno a Madrid e Lisbona”, sottolinea Fra Stéphane Milovitch, Direttore dei Beni Culturali della Custodia di Terra Santa.
Durante questi giorni di lavoro, Raphaelle Ziadé, responsabile delle collezioni d’arte bizantina al Petit Palais di Parigi, e George Al’Ama, collezionista palestinese, hanno potuto proporre al Comitato una riflessione e una prima selezione di icone, che sarà esposta presso il Terra Sancta Museum. “L’arte delle icone testimonia il legame, gli scambi, la circolazione delle immagini tra Oriente e Occidente e gli scambi tra comunità”, spiega Raphaelle Ziadé. Le icone presentate faranno luce sul centro di produzione della cosiddetta “Scuola di Gerusalemme” e sulle sue caratteristiche specifiche: temi preferiti, colori, iscrizioni arabe, oggetti di scena e costumi, ecc…
Al termine di questa quinta riunione del Comitato Scientifico, i consoli italiano, belga, inglese e spagnolo sono stati accolti per la presentazione del progetto. Fabio Sokolowicz, Console Generale d’Italia a Gerusalemme, ha riconosciuto: “Questo progetto è particolarmente importante per la promozione della cultura italiana, europea e cristiana in Terra Santa in un contesto così unico. E’ difficile esprimere a parole ciò che abbiamo appena visto. Non vediamo l’ora di vedere e toccare alcune delle cose che saranno esposte”.