I retroscena di un’opera: la lampada da Santuario dell’Impero Austriaco
Questa lampada da santuario, realizzata in oro massiccio ad eccezione delle catene con maglie cruciformi, è senza dubbio una delle opere più eccezionali del tesoro del Santo Sepolcro. Da un lato, le circostanze storiche della sua presenza sono particolarmente ben documentate; dall’altro, la sua altissima qualità estetica la rende paragonabile alle migliori opere di oreficeria prodotte in Europa nel XVIII secolo.
L’arrivo di una lampada in oro, dono personale dell’imperatore Carlo VI, viene registrato nel 1730 dalla Condotte, i libri che documentavano l’ingresso degli oggetti mandati dai reali europei nelle proprietà dei Francescani. I frati rispettarono chiaramente la volontà del sovrano e collocarono la preziosa lampada nella chiesa del Santo Sepolcro, appesa all’ingresso dell’edicola o su una delle sue pareti.
Secondo una lunga tradizione, per celebrare le solennità della Settimana Santa con la dovuta liturgia, i Francescani eressero all’ingresso dell’Edicola un altare provvisorio riccamente decorato con i migliori doni delle nazioni cattoliche. Gli oggetti sospesi rappresentavano ciascuna delle potenze europee per rendere omaggio alla fede e alla pietà di questi generosi donatori che alle volte gareggiavano nell’offrire alla “tomba del re dei re” i doni più prestigiosi.
Tuttavia, l’esposizione di tali oggetti di lusso offese probabilmente alcuni religiosi greci, come riportato in una lettera inviata a Roma dal Custode di Terra Santa. Il 2 aprile 1757, alcuni di essi danneggiarono l’allestimento dei cattolici e alcuni oggetti, tra cui la lampada offerta da Carlo VI d’Asburgo.
Per compensare la perdita, due anni dopo, l’imperatrice Maria Teresa inviò una nuova lampada in oro massiccio in sostituzione della precedente. L’imperatrice ristabilì così nel Santo Sepolcro la presenza di una lampada offerta dalla Casa d’Austria: un abbagliante esempio di elemosina imperiale che fortunatamente giunse a destinazione nonostante i pericoli del viaggio lungo le strade della Palestina, dove ripetuti controlli portavano spesso a furti e estorsioni prima che i doni arrivassero intatti.
Questa lampada è esposta al Museo d’Arte Islamica in occasione della mostra “Jewelry Making: Past & Present”, in collaborazione con il Terra Sancta Museum, dal 31 maggio al 16 novembre 2019. [Inserisci link]
Fonte: estratto dalla nota dell’opera scritta da Jacques-Charles Gaffiot, storico dell’arte e membro del Comitato Scientifico del Museo Terra Sancta, nel catalogo della mostra realizzata nel 2013 al Castello di Versailles dal titolo “Tesori del Santo Sepolcro: Regali delle Corti Reali Europee a Gerusalemme”, in collaborazione con la Custodia di Terra Santa.