La Spagna e la Custodia di Terra Santa
La presenza spagnola in Terra Santa risale al XIII secolo, quando i sovrani aragonesi raggiunsero l’Egitto per stringere alcuni accordi con i Mamelucchi a salvaguardia dei santuari cristiani e dei loro abitanti. Dopo la caduta del Regno di Gerusalemme nel 1291, l’Ordine Francescano, attraverso la Custodia di Terra Santa, rimase l’unico responsabile della gestione dei santuari cristiani mantenendo l’internazionalità degli uomini e delle fonti di sostentamento, una peculiarità che è ancora oggi propria della presenza francescana in Medio Oriente.
I primi benefattori reali
Nell’anno 1342 i re di Napoli, Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca, ottennero dal sultano d’Egitto, tramite il frate francescano Rogelio Garini, la possibilità di ritornare ufficialmente in Terra Santa, ottenendo la proprietà del Santo Cenacolo e il diritto di officiare nel Santo Sepolcro.
Inoltre, il 21 novembre dello stesso anno i re di Napoli ottennero da papa Clemente VI le bolle “Gratias Agimus” e “Nuper carissimae”, in cui si stabiliva che i francescani fossero i rappresentanti della Chiesa Cattolica in Terra Santa. Questo fu possibile grazie all’intervento del Regno d’Aragona che si impegnarono ad aiutare i francescani nella loro missione finalizzata a preservare e vivificare i luoghi santi della nostra redenzione.
Più tardi, Pietro IV “il Cerimonioso” (1336-1387), nipote di Sancia di Maiorca, otterrà per i francescani, e quindi per la Chiesa Cattolica, il diritto di possesso dei Luoghi Santi; senza il suo intervento del 1345 la Custodia non sarebbe sopravvissuta.
Fedeltà della casa reale di Spagna
Il matrimonio tra Ferdinando il Cattolico e l’erede di Castiglia, Isabella, pose nuovamente al centro del dibattito la situazione della Terra Santa. Dal 1477, infatti, i frati fecero esperienza della generosità di Isabella la Cattolica che a partire da quell’anno fece delle donazioni “per sola devozione”. Si trattava di 300 fiorini d’oro seguiti dalla famosa donazione perpetua del 1489, di mille ducati d’oro. La sovrana spagnola e terziaria francescana lo fece “per elemosine e misericordia”. Queste donazioni continuarono fino a dopo il 1684, come testimonia il certificato di Filippo IV che conferma il “pagamento di quei mille scudi d’oro di reddito per anno”.
La devozione di questo Patronato sui Luoghi Santi sarà all’origine di un enorme e costante contributo della Spagna, attraverso l’Ordine Francescano, per il mantenimento della sua presenza in Oriente, contributi che per molti secoli sono stati il principale supporto economico e culturale del Custodia di Terra Santa. Di conseguenza, la posizione di Procuratore della Custodia, responsabile dell’amministrazione dei fondi, ricadde sempre su un religioso spagnolo, espressamente confermato negli statuti benedettini del 1746.Alla fine del XVIII secolo, l’allora re di Spagna Carlo III dettò il Regio Decreto del 17 dicembre 1772 con il quale, oltre a riaffermare il Reale Patronato dei suoi predecessori, si fece carico dell’istituzione ecclesiastica del commissario di Terra Santa, fino ad allora responsabile della raccolta e della consegna delle sovvenzioni provenienti sia dai fondi pubblici sia dalle elemosine dei fedeli. Da quel momento in poi il re intervenne nella nomina del commissario e tutti i fondi furono amministrati sotto la supervisione dei monarchi spagnoli.
L’Opera Pia dei Luoghi Santi di Gerusalemme
Durante il XIX secolo, questo processo continuò fino a quando il commissariato non fu trasformato in un ente pubblico sotto il nome Opera Pia dei Luoghi Santi di Gerusalemme. Questa diventerà un’istituzione autonoma dello Stato, con personalità giuridica e un proprio patrimonio, governato da un Consiglio Direttivo presieduto dal Ministro degli Affari Esteri nel 3 giugno 1940.
Verso la metà del XIX secolo si sono verificati importanti cambiamenti nel Medio Oriente a causa del progressivo indebolimento dell’Impero turco e della crescente influenza europea che ha provocato rivalità tra le diverse potenze, intaccando anche lo storico ruolo dei difensori dei Luoghi Santi. D’altra parte, alcuni anni prima, la Santa Sede aveva ripristinato il Patriarcato latino modificando il tradizionale funzionamento della Custodia e in particolare il ruolo della Spagna all’interno di quest’ultima.
Per queste ragioni, il futuro Terra Sancta Museum renderà omaggio alla generosità e al sostegno della Spagna, che ha segnato la vita della Custodia per circa quattro secoli. In questo modo i visitatori provenienti da tutte le nazioni potranno ammirare lo splendore dell’arte sacra spagnola, frutto di una grande devozione e di peculiari tecniche artistiche. Inoltre, ogni anno, in occasione delle festività nazionali spagnole, la Custodia di Terra Santa è tenuta a celebrare un solenne atto liturgico per la Spagna, nella Chiesa del Salvatore di Gerusalemme, nonché, su base annuale e in una data da concordare, una santa messa nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme in favore delle loro Maestà i re, i governanti e il popolo di Spagna.
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Grazie a fra Eduardo Masseo Gutierrez Jimenez ofm per il suo aiuto prezioso e al sito del Ministero degli affari esteri spagolo.