Il Tesoro del Santo Sepolcro rivela la sua collezione di paramenti liturgici
Testimonianza della devozione dei sovrani di tutta Europa verso la Terra Santa, i paramenti liturgici della Custodia hanno attratto l’interesse di numerosi storici dell’arte, i cui studi aiuteranno a selezionare i pezzi che comporranno la futura ala storica del Terra Santa Museum. Benoit Colin, specialista nella storia dell’arte medievale e dell’archeologia cristiana, ci racconta come questa speciale collezione, comprensiva di alcuni dei più bei prodotti creati dalle sartorie europee a partire dal XVI secolo, si sia formata e cosa la rende unica.
Volontario nell’ufficio dei beni culturali della Custodia di Terra Santa nel 2018, Benoit Colin ha lavorato per diverso tempo sulla collezione di paramenti. Ora è un professore all’Ecole du Louvre in Archeologia cristiana e arte bizantina, ha contribuito alla redazione del catalogo dei paramenti liturgici del Terra Sancta Museum.
Come si è formata la collezione di paramenti liturgici della Custodia?
Quando l’ordine francescano si stabilì in questi luoghi nel XIII secolo, costituiva l’unica presenza cristiana in Terra Santa, ad eccezione delle chiese orientali.
I poteri europei cattolici – principalmente la Francia, i principati italiani, l’impero austro-ungarico e il Portogallo – erano in contatto con gli unici destinatari che potevano avere quando desideravano mandare doni ai santuari della Terra Santa (come il Santo Sepolcro, ecc…). Di conseguenza, i francescani divennero i guardiani dei doni che venivano inviati. I doni erano così meravigliosi che i regnanti iniziarono a competere l’un l’altro per mandare oggetti di qualità sempre maggiore. Tutti questi doni sarebbero poi entrati in un “registro di importazione”, che ci permette di avere una visione d’insieme della collezione.
A partire dal XVII secolo fino ad oggi, i santuari hanno custodito i doni che hanno ricevuto, e alcuni dei paramenti liturgici donati sono ancora utilizzati in certe occasioni.
Cosa rende questa collezione unica?
In primo luogo, questa è una collezione eccezionale per molte ragioni. La prima è che questa è una collezione piuttosto antica ma non è mai stata distrutta o saccheggiata. Riunisce alcuni dei pezzi più belli – dal punto di vista dell’abilità e del talento artistico – prodotti dalle botteghe europee dalla fine del XVI secolo all’inizio del XXI. La seconda ragione è che non si trovano simili pezzi in Europa. Sto pensando, ad esempio, alla collezione di Luigi XIII e Anna d’Austria, ricamate su tela d’oro, testimonianza delle tipologie di ricamo utilizzate negli atelier reali della Francia del XVII secolo. Inoltre, i doni del re sono tutti molto ben documentati – qualcosa di davvero interessante per gli storici dell’arte!
Qual è lo stato di conservazione delle decorazioni, così antiche eppure ancora utilizzate?
In verità sono davvero molto ben conservate! E questo è essenzialmente dovuto al fatto che i frati si sono presi buona cura di questi paramenti. Ultimamente, hanno intrapreso un importante lavoro di conservazione: coprentdo i paramenti in carta di seta, inventariando le opere, ecc. C’è poi anche anche una sorta di conservazione attraverso l’utilizzo. Intendo dire che più un oggetto viene usato, più è protetto. L’oggetto rimane vivo, per così dire. A volte capita che un lavoro si deteriori quando raggiunge un museo, anche se le condizioni per la conservazione sono perfette (a causa del cambiamento di clima, uso, ecc.). Nel Terra Sancta Museuem invece, i lavori verranno esposti ma continueranno anche ad essere utilizzati. Così rimarranno in vita.
Cosa rende un paramento liturgico eccellente? Come giudichi la sua qualità?
Le opere più belle non sono necessariamente le più antiche. Così, quando studiamo le casule, ci concentriamo sugli aspetti tecnici e sui tessuti utilizzati per realizzarli. Ad esempio, se è realizzato in damasco o seta, le tecniche di filettatura saranno diverse. Il ricamo può essere molto complicato a seconda del filo utilizzato (oro o argento). Uno dei completi più belli fu donato dalla Repubblica di Genova nel XVII secolo, interamente ricamato in filo di seta che forma una pittura ad ago. Ciò significa che l’impressione che abbiamo è che sia dipinto, anche se non è pittura ma filo di seta. Questo tipo di ricamo è tanto più eccezionale perché il filo di seta era molto prezioso, specialmente se fatto in tanti colori. Il completo che contiene 36 pezzi (casule, dalmatiche, pianete, ecc.) si trova in un notevole stato di conversazione. Sembra che sia stato fatto ieri!
L’intendo della Custodia nell’esporre paramenti liturgici europei in un museo di Gerusalemme è di far luce sui legami tra l’Occidente e la Terra Santa?
Decisamente! Da diversi punti di vista. La dedizione dei sovrani ai santuari di Terra Santa, prima di tutto. Ad esempio, quando Luigi XIV mandò dei calici ad un santuario di qui, mostrò la dedizione della Francia alla Terra Santa. Quando l’imperatore Francesco Giuseppe si recò al Santo Sepolcro, era tutta l’Austria che stava facendo visita a Gerusalemme. Pur essendo al servizio della popolazione locale e dei santuari e preservando le donazioni fatte dalle nazioni europee attraverso i secoli, la Custodia fu un ponte tra la Terra Santa e l’Occidente. Era il punto di contatto tra i sovrani europei e i santuari di Terra Santa. Nella creazione del museo, la Custodia ci ricorda questo antico legame tra i due.