28 Maggio 2024

La Terra Santa dal punto di vista dei pellegrini toscani

di FRANçOIS-JOSEPH KLOS

La leggenda narra che il primo soldato «franco» ad essere salito sulle mura di Gerusalemme nel 1099 fosse toscano. Quest’autunno, a Firenze, sarà inaugurata una grande esposizione: «Il tesoro della Terra Santa al museo Marino Marini. La bellezza del sacro: l’altare dei Medici e i doni dei re». Un’occasione per soffermarci sulla lunga storia tra la Terra Santa e la Toscana. Breve riepilogo a cura di François-Joseph Klos, volontario al Terra Sancta Museum e studente del corso magistrale di Storia. 

Fin dall’epoca romana il porto di Pisa assume una fondamentale importanza nel commercio del Mediterraneo. Nonostante Pisa avesse conosciuto dei periodi di tensione con i musulmani nel Mediterraneo, respingendo gli attacchi «dei corsari arabo-berberi – che i Toscani chiamavano agareni o saraceni» durante il X e XI secolo, aveva installato fin da subito dei mercanti e coloni a Gerusalemme e nei porti delle rive siro-palestinesi1.

La leggenda afferma inoltre che il primo soldato «franco» che sarebbe salito sulle mura di Gerusalemme, durante la presa della città per opera di Godefroy de Bouillon nel 1099, sarebbe stato un certo cavaliere toscano Pazzo de’ Pazzi. In seguito avrebbe portato nel suo paese tre pietre prelevate dall’edicola del Santo Sepolcro. Da questa tradizione ha origine la cerimonia dello «Scoppio del Carro», ispirata al fuoco sacro festeggiata ogni sabato al Santo Sepolcro. 

iIl cavaliere Pazzo de’ Pazzi ©Sailko/Wikimedia Commons

TESTIMONI DELLA MISSIONE DEI FRANCESCANI

Durante il XIV secolo, numerosi sono i racconti dei pellegrinaggi toscani. Niccolò da Poggibonsi, celebre pellegrino francescano in Terra Santa, viaggia nello stesso periodo in cui i frati si insediano sul monte Sion. Egli segnala già la presenza dei frati nella Basilica del Santo Sepolcro. Alcuni illustri personaggi di Firenze, Frescobaldi, Sigoli e Gucci, forniscono resoconti che indicano la presenza dei frati al Santo Sepolcro e alla Natività. 

Frescobaldi e Sigoli sono particolarmente rilevanti poiché sono gli unici pellegrini che uniscono i «i cristiani della cintura» (in riferimento alla cintura portata dai dhimmis in terra d’Islam) ai cristiani convertiti dall’apostolo San Tommaso (apostolo delle Indie) che secondo la tradizione avrebbe ricevuto la cintura della Vergine Maria (essendo stato assente il giorno dell’Assunzione e avendo avuto dei dubbi, gliela avrebbe donata come testimonianza dell’evento). Ciò si spiega dal fatto che la reliquia di questa cintura è conservata al Duomo di Prato a qualche kilometro da Firenze2; i viaggiatori toscani pieni della loro cultura d’origine operano dunque accostamenti inediti. 

Abbiamo ancora il racconto di Mariano di Nanni, sacerdote senese, che descrive il coinvolgimento dei frati nell’accogliere i pellegrini, in particolari quelli provenienti dalla penisola italiana. Il viaggio del dominicano Alessandro Rinuccini mostra da parte sua il coinvolgimento dei frati nell’accompagnamento dei pellegrini durante le funzioni religiose come la vigilia della Quaresima al Santo Sepolcro. 

N. da Poggibonsi, Viaggio da Venetia al sancto sepulchro, 1518 ©Internet Archive

RAPPRESENTARE GERUSALEMME A FIRENZE

In alcuni racconti, come quello di Zanobi di Antonio del Lavacchio, si stabilisce un collegamento tra i luoghi santi e i luoghi francescani fiorentini. L’autore tenta così un confronto tra il Monte Sion e la chiesa fiorentina San Salvatore al Monte. Inoltre, è possibile notare una coincidenza interessante: il sentiero ripido tra la porta San Niccoló e la suddetta chiesa è il luogo dove i francescani hanno stabilito nel XVII secolo una delle prime vie crucis in Toscana. 

San Vivaldo Sacro Monte ©Sailko/Wikimedia Commons

Padre Tommaso da Firenze, all’inizio del XVI secolo, fonda Nova Jerusalem, una serie di cappelle presso il convento francescano di San Vivaldo vicino Montaione. In questo luogo intriso di spiritualità, Padre Tommaso da Firenze erige, tra il 1500 e il 1515, una serie di cappelle e di piccoli templi decorati con terrecotte policrome raffiguranti scene della vita e della Passione di Cristo. Questi edifici sono disposti in modo da riprodurre, in scala ridotta, la pianta di Gerusalemme dell’epoca. Grazie a una bolla papale di Leone X, il quale concedeva indulgenze ai visitatori di San Vivaldo, questo santuario nascosto nella natura divenne un luogo di pellegrinaggio alternativo per coloro che non potevano recarsi in Terra Santa4, soprattutto durante il periodo ottomano.

San Vivaldo Sacro Monte ©Sailko/Wikimedia Commons

I legami la Terra Santa e la Toscana si esprimono attraverso i resoconti dei viaggi toscani e attraverso il desiderio di legare i luoghi francescani ai luoghi santi di Gerusalemme. Questi legami raggiungeranno il loro apice nelle relazioni che coinvolgeranno la più importante famiglia fiorentina, i Medici, e il Santo Sepolcro. Scoprirete di più nel prossimo articolo! Rimanete sintonizzati!

  • 1 – Franco Cardini : “Tra memoria, reinvenzione e alibi. La crociata a Firenze nel XV secolo” in Nejedlý, Martin. Histoires et Mémoires Des Croisades à La Fin Du Moyen Âge. Presses Universitaires du Midi, 2015.
  • 2 – Rouxpetel, Camille. L’Occident Au Miroir de l’Orient Chrétien : Cilicie, Syrie, Palestine et Égypte, (XIIe. – XIVe. Siècle). École française de Rome, Rome 2015.
  • 3 – Franco CARDINI : “La Toscana e la Custodia di Terra Santa” in Piccirillo, Michele (dir.), La Custodia Di Terra Santa E l’Europa : I Rapporti Politici E L’attività Culturale Dei Francescani in Medio Oriente. Il Veltro, 1983. 
  • 4 – https://toscananelcuore.it/la-gerusalemme-di-s-vivaldo/
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