Hana Irshaid, narratrice del patrimonio palestinese
Il Terra Sancta Museum è il primo museo al mondo dedicato al patrimonio cristiano della Terra Santa qui nel cuore della città vecchia di Gerusalemme. Racconta la storia della presenza cristiana attraverso collezioni archeologiche e artistiche che si sono formate nel corso di otto secoli. Ecco il ritratto di una giovane educatrice palestinese, che parla del patrimonio palestinese alla popolazione locale.
Hana, puoi descriverci il tuo background?
Ho 31 anni e vivo a Gerusalemme. Lavoro come responsabile dell’Educazione presso l’Associazione Pro Terra Sancta/Terra Santa Museum. Ho conseguito la laurea in Lingua e letteratura inglese presso l’Università di Birzeit – Palestina e il master in Studi mediorientali presso la Free University of Berlin – Germania. Ho lavorato come educatrice presso importanti musei locali, come il Museo Palestinese, e altre ONG palestinesi. Lavoro anche come scrittrice freelance, scrivendo, in particolare, di arte palestinese e mostre d’arte.
Come ti sei avvicinata al mondo dell’educazione artistica e della trasmissione culturale ?
Fin da quando ero studentessa universitaria, sono stata coinvolta in iniziative che contribuiscono all’apprendimento attraverso approcci partecipativi ed emancipativi della comunità. Sotto l’influenza delle teorie pedagogiche di Munir Fasheh, Khalil Sakakini e Paolo Frere, mi sono unita alla campagna “Right to Education” promossa dall’università di Birzeit. L’obiettivo è rafforzare l’identità culturale e il tessuto sociale della Palestina.
Inoltre, dato che il programma di letteratura inglese a Birzeit era interdisciplinare, ho potuto studiare materie legate alla storia dell’arte svolgendo corsi elettivi legati agli studi visivi. Ho poi continuato a formarmi in questo campo leggendo e visitando gallerie e mostre in Palestina e all’estero.
Dopo la laurea all’Università di Birzeit, ho cercato opportunità che mi permettessero di esplorare i mondi dell’istruzione, della storia dell’arte e del patrimonio culturale palestinese. Ho intrapreso diversi lavori che mi hanno permesso di entrare in contatto con il settore dell’istruzione palestinese. Nel mio primo lavoro, ho progettato risorse ed esperienze educative basate sulle esigenze dei bambini e dei giovani palestinesi, ma anche sui bisogni dei loro educatori. Lavorare a questo progetto è stato un punto di svolta per la mia carriera. Mi ha introdotto nel mondo dei musei e mi ha permesso di lavorare a stretto contatto con artisti e collezionisti palestinesi. Ha anche rafforzato le mie conoscenze sulla storia dell’arte palestinese e le migliori consuetudini da usare per organizzare un’esposizione artistica. Sarò sempre grata per l’esperienza svolta al Museo Palestinese e sono felice che il Terra Sancta Museum collabori con loro.
Cosa ti entusiasma del Terra Sancta Museum?
Il Museo è un centro dinamico, aperto ai visitatori di tutte le culture e religioni, nella comprensione e nel rispetto reciproco, però, non è conosciuto dai locali. Sono interessata a mediare per far conoscere le sue collezioni, che comprendono più di 40.000 oggetti e elementi architettonici. Le collezioni coprono la storia della regione dall’età del bronzo (circa 3000 a.C.) fino al periodo mamelucco (1250-1517). Il Museo espone anche antiche rovine legate alla storia del cristianesimo, come i siti archeologici dei cosiddetti “Lithostrotos” e “Fortezza Antonia “. Sono impressionata da come i francescani si siano presi cura di questi oggetti e abbiano prodotto ricerche accademiche ad essi collegate. Il mio obiettivo è quello di rendere queste conoscenze più accessibili agli abitanti della Città Vecchia, soprattutto alle giovani generazioni, in modo che il Museo favorisca la costruzione della loro identità, aumenti la consapevolezza delle proprie radici e li incoraggi a proteggere e conservare il loro patrimonio culturale, proprio come hanno fatto i Francescani per secoli. Questo rafforzerà il loro senso di appartenenza alla città e alla sua storia.
Dal momento che collaboro ampiamente con il dipartimento curatoriale del Museo, sto beneficiando delle conoscenze enciclopediche di P. Alliata e Daniela Massara, direttore e curatrice del Terra Sancta Museum. La loro dedizione all’archeologia mi ispira a mediare la conoscenza archeologica da loro prodotta con entusiasmo ed energia.
Può parlarci delle sue attività per i giovani palestinesi e dei temi affrontati nelle vostre attività ?
Seguo l’approccio dell’apprendimento partecipativo, secondo cui la prima fase della pianificazione di un’attività prevede la formazione di focus group con le comunità che il Museo serve, ossia i bambini, i giovani, le famiglie e gli educatori palestinesi che vivono nella Città Vecchia di Gerusalemme. Progetto le attività e creo risorse educative come percorsi per bambini, giochi e manuali per insegnanti che mediano le conoscenze storiche e archeologiche presentate dal Museo in modo da incoraggiare l’esplorazione e l’apprendimento autonomo.
I bambini e i giovani che vengono al Museo vogliono sperimentare qualcosa di diverso dalle lezioni di storia che tengono a scuola. Li incoraggio a conoscere la loro storia attraverso l’arte o persino decorando biscotti! Durante questo laboratorio, abbiamo fatto conoscere ai bambini l’architettura di Gerusalemme attraverso la preparazione e la decorazione di biscotti con forme derivanti dalle architetture di Gerusalemme! Il gioco e il divertimento sono essenziali in ogni esperienza di apprendimento che progettiamo. I bambini palestinesi subiscono violenze sistematiche, quindi ci assicuriamo che le nostre attività contribuiscano al loro benessere generale e forniscano una prospettiva diversa al loro ambiente.
Abbiamo realizzato anche un ricco programma di stage che coinvolge 5 giovani professionisti palestinesi. Quattro di loro hanno partecipato a un programma di formazione specialistica presso i Musei Vaticani, mentre il quinto stagista, Eyad Handal, inizierà il suo programma di stage nell’aprile 2023. Al loro ritorno, le conoscenze acquisite saranno un beneficio sono solo per il Museo, ma anche per tutto il settore museale di Gerusalemme Est.
Gli stagisti sono stati coinvolti anche nella ricerca e nella progettazione di tour legati alla scoperta all’artigianato di Gerusalemme, in via d’estinzione. Nel novembre 2022, abbiamo condotto delle visite guidate sull’artigianato di icone religiose a Gerusalemme. La scuola delle icone di Gerusalemme è ancora poco conosciuta. Questa iniziativa mira a incoraggiare gli stagisti a svolgere un ruolo attivo nella conservazione del loro patrimonio culturale tangibile e nella produzione di conoscenze originali ad esso correlate.
Quanto è importante questa trasmissione culturale per la comunità cristiana di questa terra?
La sua importanza risiede nel fatto che dà alla comunità cristiana, che sta diventando una minoranza qui, la possibilità di conoscere meglio il proprio patrimonio culturale e la propria religione dal punto di vista archeologico, un’opportunità unica che non si trova altrove in Terra Santa. Una volta acquisite queste conoscenze, svilupperanno un senso di appartenenza profondo per questa terra rafforzando anche il dialogo tra le diverse confessioni cristiane. Abbiamo progettato tour personalizzati sulla nascita e sulla resurrezione di Cristo, in cui abbiamo raccontato queste storie utilizzando manufatti archeologici, e poi abbiamo avviato un dialogo sulle tradizioni locali legate al Natale e alla Pasqua, come il tipo di cibo che la gente del posto prepara in occasione di queste festività, le riunioni di famiglia e le storie che i bambini hanno sentito dalle loro nonne, ecc.
Traduzione dal francese a cura di Ilaria Turati.