Backstage di una mostra, Atto 1
Alcune opere appartenenti al Terra Sancta Museum (TSM) partiranno presto per un meraviglioso viaggio. Sono dirette a Lisbona per la mostra “Gerusalemme, teatro del mondo” (Theatrum Mundi. Royal Gifts to the Holy Sepulchre (Jerusalem)), che si terrà presso il Museo Calouste Gulbenkian. Mentre aspettiamo di mostrarvi il viaggio di queste opere, vogliamo portarvi dietro le quinte della mostra sep-by-step.
Toute exposition commence par une idée. Cette idée, il faut ici la chercher du côté du Portugal et de l’actuel directeur du Musée Calouste Gulbenkian, le professeur António Filipe Pimentel. Elle lui fut soufflée par un groupe de personnalités portugaises qui voulaient organiser une exposition avec la Custodie de Terre Sainte. Ce projet n’aboutissant pas, il eut à cœur de le faire naître au musée Gulbenkian. Le Professeur Pimentel chargea alors du commissariat de l’exposition Jacques Charles-Gaffiot, membre du Comité scientifique du Terra Sancta Museum, et André das Neves Afonso, Conservateur de l’orfèvrerie et des bijoux du Musée Gulbenkian.
Tutte le mostre partono da un’idea. La nostra è arrivata dal Portogallo, direttamente dall’attuale direttore del Museo Calouste Gulbenkian, il Professor António Filipe Pimentel, ispirato da un gruppo di personalità portoghesi, che desideravano organizzare una mostra in collaborazione con la Custodia di Terra Santa. Questo progetto non è mai stato realizzato, così si è deciso di dargli vita al Museo Gulbenkian. Jacques Charles-Gaffiot, membro del comitato scientifico del Terra Sancta Museum, e André das Neves Afonso, curatore del settore di oreficeria e gioielleria del Museo Gulbenkian, sono i curatori della mostra, nominati dal Professor Pimentel.
Il primo step da compiere era “trovare un significato e un nome alla mostra“. Jacques Charles-Gaffiot ci spiega: “L’obiettivo principale era quello di offrire un evento specifico per il Portogallo, senza ripetere la mostra svolta a Versailles sul Tesoro del Santo Sepolcro (“Trésor du Saint-Sépulcre. Présents des cours royales européennes à Jérusalem”, tenutasi dal 16 aprile al 14 luglio 2013)“. I due curatori hanno quindi deciso di optare per un “approccio cronologico, per comprendere il contesto storico in cui gli oggetti d’arte sono arrivati [a Gerusalemme, presso la Custodia di Terra Santa]“. Dopo questa decisione, il nome della mostra è arrivato spontaneamente, “Gerusalemme, Teatro del Mondo” (Theatrum Mundi. Royal Gifts to the Holy Sepulchre (Jerusalem)), e sono state definite le varie sottosezioni che lo strutturano.
Il passo successivo è stata la selezione delle opere da inserire. Jacques Charles-Gaffiot, esperto delle collezioni della Custodia, ha inizialmente proposto un elenco, che è stato poi modificato e rielaborato in base agli spazi disponibili e allo storytelling delineatosi. Molti dipinti, infatti, sono stati aggiunti all’esposizione al fine di creare un dialogo con le altre opere presentate. Ad esempio, il dipinto raffigurante Sant’Elena e l’Invenzione della Santa Croce (proveniente dal Museo Nazionale Machado de Castro) sarà collocato accanto agli oggetti legati a questa reliquia.
Et si les dons portugais de la Custodie furent largement mis à l’honneur dans cette liste, la Gulbenkian y incorpora aussi des prêts provenant d’autres musées européens, ce qui n’était pas le cas à Versailles. On y retrouve par exemple une maquette en marbre du IVe-Ve siècle, représentant l’édicule du Saint-Sépulcre de la basilique constantinienne, prêtée par le musée de Narbonne. Il est aussi prévu d’exposer le plus vieil exemplaire conservé du voyage d’Egérie provenant de la bibliothèque d’Arezzo. Enfin, le dernier élément pris en considération dans le choix des œuvres est leur coût d’expédition au Portugal. En effet, l’envoi d’un objet nécessite non seulement une assurance mais aussi la fabrication d’une caisse de transport dédiée. De nombreuses pièces ont ainsi dû être retirées et remplacées, en conservant au maximum les pièces maîtresses indispensables à la narration générale du projet.
Sebbene le donazioni portoghesi alla Custodia occupino il posto d’onore nell’elenco delle opere, il Gulbenkian ha incorporato anche oggetti provenienti da altri musei europei; e sono proprio gli oggetti che rendono questa mostra differente dall’esposizione di Versailles. Per esempio, verrà preso in prestito dal Museo di Narbonne un modello in marmo dell’Edicola del Santo Sepolcro del IV-V secolo. È prevista anche l’esposizione della più antica copia conservata del Viaggio di Egeria, proveniente dalla biblioteca di Arezzo. Un altro elemento preso in considerazione nella scelta delle opere è stato il costo della spedizione in Portogallo. In effetti, la spedizione di un oggetto d’arte richiede non solo l’assicurazione, ma anche un’apposita custodia per il trasporto. Per questo motivo è stato necessario rimuovere e sostituire molti pezzi scelti inizialmente, cercando di mantenere il maggior numero possibile di elementi essenziali per la narrazione complessiva del progetto.
E’ stato poi fondamentale il momento del contatto con gli oggetti: André Afonso, accompagnato da Mariano Piçarra, coordinatore dei progetti e degli allestimenti del Museo Calouste Gulbenkian, si è recato una prima volta a Gerusalemme per perfezionare il contratto di prestito con la Custodia e per vedere con i suoi occhi le opere destinate all’esposizione. È stata in quest’occasione che ci si è resi conto che alcune opere necessitavano di un restauro.
Per questo motivo, verso la fine di Settembre è arrivata a Gerusalemme una seconda squadra, composta da André e due esperti di fama mondiale, Belmira Maduro, curatrice-restauratrice di metalli presso il Laboratorio Nazionale José de Figueiredo, e Rui Xavier, curatore della collezione di lacche asiatiche e responsabile della conservazione preventiva del Museo Gulbenkian.
Questo nuovo team era incaricato di redigere i rapporti sulle condizioni degli oggetti selezionati. Per diversi giorni, si sono studiati gli oggetti, con lo scopo di ricavare quante più informazioni possibili al fine di facilitare l’organizzazione del trasporto e del restauro. Se da una parte gli oggetti sono stati studiati sino al minimo dettagli, dall’altra sono stati anche smontati e rimontati con un’abilità tale da fare invidia anche a un chirurgo.
Instancabilmente li abbiamo visti girare, volteggiare intorno agli oggetti, fermarsi a ragionare su un elemento, un dettaglio; abbiamo colto i loro occhi raggianti quando veniva scoperto un nuovo tesoro dalle riserve della Custodia.
Le analisi sono state talvolta difficoltose, come nel caso di una coppia di candelabri in argento massiccio di oltre 2,40 metri: queste importanti dimensioni hanno reso difficile l’osservazione e lo studio. Nonostante le difficoltà incontrate, quando abbiamo chiesto loro un commento su questa futura mostra, la risposta non si è fatta attendere: “Penso che sarà LA mostra, la grande mostra dell’anno per il Gulbenkian“, ha detto Rui Xavier, prima che il suo collega André aggiungesse: “È difficile trovare qualcosa di più bello dopo aver visto i doni di Carlo III di Borbone alla Custodia“.
Ora non resta che attendere il prossimo passo, ovvero la spedizione degli oggetti, che dovrebbe avvenire alla fine di maggio 2023. A questa fase seguirà la campagna di restauro degli oggetti, coordinata dagli esperti del Laboratorio di José de Figueiredo. E per chi non è mai stato a Lisbona, consigliamo di iniziare a organizzare un weekend per la fine del 2023.