24 Marzo 2020

Χαίρε, Μαρία. Ave Maria. Le origini del culto Mariano

di FABIO BELTOTTO

Il nome della città di Nazareth – che non viene citato né nelle opere di Giuseppe Flavio, né nel Talmud – appare per la prima volta nei Vangeli.

Secondo san Luca, l’episodio dell’Annunciazione ebbe luogo qui durante il sesto mese (di gravidanza di Elisabetta), l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine fidanzata a un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. E l’angelo, entrato da lei, disse: «Salve, o grandemente favorita, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne» Ma quando lo vide, ella rimase turbata alle sue parole, e si domandava cosa potesse significare un tale saluto. E l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesú.”

Nel corso dei secoli a Nazareth – in particolare nella zona dove si trova attualmente la Basilica – sono stati costruiti diversi edifici religiosi per onorare la memoria dell’Annunciazione, ma la loro storia è spesso controversa. Gli scavi realizzati dai francescani dello Studium Biblicum Francescanum, guidati da Padre Bagatti negli anni ’60, rappresentano un momento importantissimo per la riscoperta delle origini di questo luogo sacro del culto di Maria a Nazareth.

Questo breve racconto multimediale presenta i momenti e i dettagli essenziali di quello scavo.

 

Chiesa, Xenodochio e monastero dell’Annunciazione, Nazareth, 1882

Chiesa, Xenodochio e monastero dell’Annunciazione, Nazareth, 1882

Dall’alba della Cristianità, la città di Nazareth, è universalmente riconosciuta come la città dove, secondo i Vangeli, avviene l’episodio dell’Annunciazione e come il luogo dove Gesù ha vissuto. Per ovvie ragioni, ha per secoli accolto pellegrini e credenti.

Picture from Album Missionis Terrae Sanctae, Jerusalem, 1882

Scavi archeologici realizzati a Nazareth negli anni ‘60

Scavi archeologici realizzati a Nazareth negli anni ‘60

Dove finisce la storia e inizia il culto? È sempre molto difficile, in Terra Santa, identificare e ricostruire con esattezza la storia dei luoghi sacri della Cristianità. Spesso, tuttavia, è stato grazie alle geniali intuizioni dei frati francescani nel corso degli scavi archeologici che è stato possibile ricostruire la storia di un culto. È il caso del culto mariano a Nazareth.

Picture from: Picture from Album Missionis Terrae Sanctae, Jerusalem, 1882

Interno della Basilica dell’Annunciazione (1882 circa)

Interno della Basilica dell’Annunciazione (1882 circa)

Per secoli a Nazareth, al fine di onorare la memoria dell’Annunciazione, sono stati costruiti vari edifici religiosi nell’area dove attualmente è situata la Basilica.

Picture from Album Missionis Terrae Sanctae, Jerusalem, 1882

Padre Bagatti e gli scavi di Nazareth

Padre Bagatti e gli scavi di Nazareth

È il 1960 quando, durante gli scavi di Nazareth diretti dall’archeologo padre Bellarmino Bagatti dello Studium Biblicum Francescanum, vengono portati alla luce diversi reperti architettonici facenti parte di un edificio monumentale che aveva preceduto la costruzione della prima basilica bizantina. Si tratta di una chiesa-sinagoga risalente alla seconda metà del II secolo, edificata intorno a quella che secondo la tradizione era identificata come la casa di Maria.

Il dettaglio sulla base della colonna

Il dettaglio sulla base della colonna

Tra i reperti vi è una base di colonna che riporta, incisi sull’intonaco bianco, dei graffiti lasciati da antichi pellegrini. Si tratta di alcuni nomi in armeno e in georgiano, sovrapposti l’uno all’altro. Ma ciò che cattura l’attenzione degli archeologi è una scritta in greco.

L’incisione di Χαίρε, Μαρία

L’incisione di Χαίρε, Μαρία

L’incisione riporta in modo chiaro il nome di Μαρία “Maria” preceduto da un’abbreviazione di due lettere Χε , interpretata come Χαίρε “Chaire”, corrispondente al latino “Ave”, cioè al saluto angelico rivolto alla Vergine, secondo il Vangelo di Luca.
Questo piccolissimo, ma importante dettaglio risulta subito essere di grande interesse per la storia del santuario nazaretano.
Esso rappresenta una testimonianza del culto mariano anteriore alla metà del V secolo dopo Cristo, precedente persino al Concilio di Efeso, che rappresenta l’inizio ufficiale del culto di Maria Theotòkos, Madre di Dio. Grazie alla sua posizione, permetterà successivamente a Padre Eugenio Alliata, di avanzare delle ipotesi ricostruttive dell’impianto architettonico dell’edificio antico che si ergeva proprio intorno alla Grotta dell’Annunciazione.

Dettagli della sagoma della base delle colonne

Dettagli della sagoma della base delle colonne

Osservando bene la sagoma della base e la parte dello zoccolo a “guancialetto” della colonna, padre Bagatti si rende conto che essendo rifinite solo su tre lati, le colonne, erano state preparate per essere poste contro qualche parete. La presenza delle scalanature laterali inoltre lascia pensare che tra una colonna e l’altra vi fossero delle transenne.

Picture from: Liber Annus XXXVII, Studium Biblicum Francescanum, Jerusalem, 1987

Ipotesi ricostruttiva

Ipotesi ricostruttiva

Ma non è tutto: l’ipotesi di padre Bagatti riconsidera la posizione delle colonne, ponendole a circa un metro da terra, un’altezza tale che avrebbe permesso ai pellegrini di poter incidere agilmente sulla pietra. È per questo che, molto probabilmente, le basi delle colonne erano a loro volta poggiate su un banco roccioso, formando un portico o un colonnato.
Questo colonnato avrebbe fatto parte quindi di una “facciata nobile” che dava sulle grotte venerate.

Picture from: Liber Annus XXXVII, Studium Biblicum Francescanum, Jerusalem, 1987

L’interno della Basilica dell’Annunciazione oggi

L’interno della Basilica dell’Annunciazione oggi

Gli edifici sorti su questo luogo sacro, sono stati demoliti e ricostruiti più volte durante i secoli. A metà del IV secolo, in epoca bizantina, la chiesa-sinagoga è stata sostituita da un edificio più maestoso, probabilmente voluto dall’imperatrice Elena. Un’altra chiesa più grande fu fatta costruire nel XII secolo da Tancredi principe di Galilea, ricostruita dopo un terremoto nel 1170 e poi distrutta nuovamente nel 1263 dal sultano mamelucco Baybars. Il sultano risparmiò la grotta, che rimase meta di pellegrinaggi e luogo di culto. Nel 1730 i francescani ottennero l’autorizzazione a costruire una modesta chiesa, e infine nel 1969 fu consacrata la Basilica odierna: essa, progettata da Giovanni Muzio, custodisce la memoria di questo luogo sacro, le origini del culto mariano, e, integrando nella propria struttura architettonica i resti delle antiche chiese, ne custodisce la storia.

Riferimenti bliografici

Riferimenti bliografici

Album Missionis Terrae Sanctae: album Palestino-Seraphicum. SS. Locorum prospectum, religiosa domicilia, elementares pro utroque sexu scholas, alique opera Seraphicae Terrae Sancate Custodiae referens, Jerusalem, 1882;
Liber Annus XXXVII, Studium Biblicum Francescanum, Jerusalem, 1987;
B. Bagatti, Gli scavi di Nazareth vol.1 Dalle origini al secolo XVII, Collectio Maior 17, Jerusalem, 1967;
B. Antonucci, I lavori a Nazareth, in “Terra Santa”, Jerusalem, 1966;
L. Di Giannicola, La Terra Santa. Guida manuale del pellegrino in Terra Santa, Rome, 2000;

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